L'UOMO SENZA PAURA
N° 60
(PARTE
DECIMA)
Di Carlo Monni
1.
Ogni
anno l’Associazione degli Avvocati organizza un banchetto a cui intervengono
tutti gli iscritti e diversi ospiti d’onore. Nel corso del banchetto c’è una
cerimonia di premiazione di coloro che si sono distinti nel corso dell’anno. Il
che spiega la mia presenza qui. Di solito non mi piace occuparmi di cronaca
mondana, preferisco la nera. Si dà il caso, però, che abbia saputo che tra i
premiati di quest’anno ci potrebbe essere mio fratello e non potevo perdermelo.
E poi… chissà… tutto può accadere.
Il mio nome è Candace Nelson e
sono una giornalista.
Quando io e Dakota
North facciamo il nostro ingresso in uno dei saloni delle feste dello Sheraton
Hotel il posto è già gremito di avvocati, pubblici ministeri e giudici sia
locali che federali. Credo che raramente capiti di vedere una tale
concentrazione di operatori del diritto e autorità varie nello stesso posto.
Naturalmente “vedere” è un verbo che uso in senso figurato, dal momento che
sono cieco dall’età di 15 anni. Certo… lo stesso incidente che mi ha accecato
mi ha anche donato degli eccezionali supersensi che suppliscono alla mancanza
della vista, ma, credetemi, non è la stessa cosa.
-Matt…-
Battito cardiaco e profumo mi dicono
infallibilmente che ho davanti a me la mia socia Becky Blake, una delle donne
più in gamba che conosco Anche se ha perso l’uso delle gambe per colpa di un
maniaco che l’ha anche violentata quando era all’università, non si è persa
d’animo: si è laureata magna cum laude ed è diventata un ottimo avvocato.
L’uomo che è con lei non sono sicuro di conoscerlo.
-Ti presento
Timothy Byrnes dello studio Sharpe & Associati.- rimedia Becky –Io e lui…
ci vediamo da un po’.-
Ora ricordo: Timothy Byrnes è uno
dei principali avvocati dello studio di Rosalind Sharpe e di recente è stato
promosso al rango di socio.
Rosalind, che si è guadagnata il
soprannome di “Razor”[1]
per i suoi modi, è stata la prima moglie del padre del mio amico Foggy Nelson ed
è la sua madre naturale, mentre la sorella Candace è la figlia della seconda
moglie. Mi accorgo ora che Razor non è presente. Non è da lei mancare a questi
eventi. Mi ricordo di aver sentito che è scomparsa e che il suo posto è stato
preso per un po’ da una killer russa che ha ucciso una testimone federale.[2]
Non l’hanno ancora trovata?
Sto per chiedere notizie a Byrnes,
quando Becky interviene:
-. Timmy, questa è
Dakota North, una delle investigatrici del nostro studio.-
Sento la sudorazione di Byrnes accelerare,
il suo battito balzare. Dakota fa questo effetto a molti uomini, specie in
abito da sera.
-Uh…- balbetta il
giovanotto –Io sono lieto… voglio dire.-
-Timmy, fatti
rientrare gli occhi nelle orbite.- lo rimprovera bonariamente Becky –Sembra che
tu non abbia mai visto una donna prima d’ora. Per quanto, devo ammettere,
Dakota che con quest’abito sei un vero schianto.-
-Grazie.- si
schermisce Dakota -È solo uno straccetto che mi ha regalato Donatella Versace
anni fa. Per fortuna mi entra ancora.-
-Dimentico sempre
che prima di fare l’investigatrice eri una top model. Mai capito perché hai
lasciato quel lavoro così ben pagato per uno così precario e pericoloso.-
-Storia lunga…
troppo per raccontarla qui.- taglia corto Dakota.
Mentre le due donne chiacchieravano,
io ho usato i miei sensi potenziati per farmi un’idea di chi conosco tra i
presenti: ho facilmente individuato il mio vecchio socio Foggy, oggi
Procuratore degli Stati Uniti, accompagnato da Liz Osborn e ho appena sentito
l’odore di Kathy Malper insolitamente esaltato dalla presenza di un profumo di
marca. Direi che sta venendo verso di me.
Fuori dallo Sheraton Hotel,
Mister Fear esce dall’ombra e Shock si pone al suo fianco, poi il
supercriminale si rivolge ai Duri alle sue spalle:
-Avanti, signori, ci aspetta
un’altra impresa memorabile.-
2.
Mister Fear si avvia deciso
all’ingresso dello Sheraton. Il portiere si fa avanti e lui si limita a
guardarlo puntandogli contro un dito. Il portiere urla e scappa come se avesse
visto chissà quali mostri.
Delle guardie di sicurezza si fanno avanti puntando le
loro armi contro gli intrusi.
-Shock, mia cara…- chiede
Mr. Fear alla ragazza al suo fianco, il cui volto è trasfigurato in un deforme
teschio bianco -… ti va di occuparti tu di questi buffoni?-
-Con molto piacere.- risponde
lei, poi guarda verso gli uomini della sicurezza.
Il suo stesso corpo emana feromoni che provocano in chi
ne è raggiunto l’insorgere delle sue più radicate paure. Pochi istanti e le
guardie precipitano nel loro inferno personale lasciando a terra gusci vuoti
tremanti e urlanti. Mister Fear e i Duri li scavalcano e Shock non resiste alla
tentazione di sferrare un calcio ad uno di loro.
-Patetici idioti.- commenta.
Davanti a lei Mr. Fear non esita e spalanca il portone
del salone delle feste dove si sta svolgendo il banchetto dell’Associazione
degli Avvocati.
-Buonasera, signori. State
calmi e non accadrà niente di male a nessuno di voi.-
Se avessi ancora la vista sono sicuro che rimarrei
senza parole: Kathy Malper in abito da sera non è una cosa che si vede tutti i
giorni.
-Ciao Matt.- mi saluta –Sono
felice di vederti qui. Chi è la tua amica?-
-Mi chiamo Dakota North.- si
presenta direttamente lei.
Sento che Kathy le stringe la mano.-
-Certo, la famosa
investigatrice privata. Ho sentito parlare di lei. Ora lavora per Matt, vero?-
-Beh… si potrebbe dire che più
che altro lavoro con lui. È qui con qualcuno avvocato Malper.-
-Oh no… sono una single
convinta.-
-Ma davvero? Il che non le impedirebbe di trovare un uomo
da portarsi dietro ad eventi di questo genere.-
-Immagino che per lei non sia
mai stato un problema.
Si stanno punzecchiando a vicenda. Credo che anche un
uomo dotato di vista percepirebbe comunque il sottinteso di rivalità tra le due
donne. Mi chiedo perché. Non per il lavoro e allora… non sarà per… no, non può
essere.
Per fortuna l’arrivo di Foggy Nelson mi salva da certi
pensieri.
-Matt… speravo davvero che
saresti venuto.- mi dice.
-Un uccellino mi ha detto che
un certo procuratore avrebbe ritirato un premio. Non potevo certo mancare.-
Sento chiaramente l’imbarazzo di Foggy ma Liz non ha di
questi problemi
-Se lo merita proprio.-
afferma –Dedica al lavoro molto più tempo di quello che dedica a me, ma non
gliene voglio.-
-Il piccolo Normie è con voi?-
chiedo.
-Oh no, qui si annoierebbe a
morte. Starà con la baby sitter fino al nostro ritorno. La pago abbastanza
perché non si lamenti.-
-E non potevamo certo
affidarlo al nonno.- aggiunge Foggy.
-Per carità. L’ultima cosa che
voglio è che Norman avveleni la vita di mio figlio come ha fatto col suo. Non
voglio correre il rischio che una volta diventato grande Normie si metta un
costume da folletto.-
Percepisco la tristezza nelle parole di Liz. Non ha
dimenticato che suo marito Harry è morto combattendo l’Uomo Ragno nei panni di
Goblin anni fa.[3]
Capisco che abbia certe paure per il loro figlio.
Foggy sta per dire qualcos’altro quando il portone della
sala si spalanca ed io odo una voce familiare:
-Buonasera, signori. State
calmi e non accadrà niente di male a nessuno di voi.-
Mister Fear è qui e non è da solo.
Da un’altra parte è in corso un’insolita riunione. Il
giovanotto dai capelli biondi che indossa un elegante abito bianco con una rosa
all’occhiello della giacca si chiama Richard Fisk ed è l’unico figlio del
famigerato Kingpin; il gigante dall’enorme mole vestito di nero, seduto su una
poltrona che fatica a contenerlo è Giacomo (James se preferite) Fortunato,
meglio noto come Jimmy Six, e suo padre era Don Fortunato, un altro Capo dei
Capi.
Quanto al vecchio magro che si appoggia ad un bastone,
c’è chi lo definirebbe un dinosauro o un sopravvissuto. Eric Slaughter è
l’ultimo boss della malavita irlandese che faceva il bello e il cattivo tempo a
Hell’s Kitchen. Nei suoi ultimi anni di attività era a capo di una sorta di
Anonima Assassini. Dicono che si sia ritirato ma è un pensionato molto attivo.
-Sei certo
dell’informazione?- gli chiede Jimmy Six.
-Io non parlo mai a vanvera,
ragazzo.- risponde, secco Slaughter –Tuo padre non mi avrebbe mai rivolto
questa domanda.-
-Io non sono mio padre.-
-E si vede. E tu, giovane
Fisk, che mi dici?-
-Mi fido di lei Mr.
Slaughter e se lei dice che possiamo recuperare il bottino della rapina di
Mister Fear alla Federal Reserve, io le credo.- risponde Richard.
-Parlate con questa donna a
Los Angeles.- aggiunge sorridendo Slaughter –Sarà felice di aiutarvi a fare le
scarpe al Signore del Crimine… naturalmente in cambio di una giusta
percentuale. Quanto a me… per la mia consulenza mi accontenterò del 10% del
valore nominale di quello che recupererete.-
-Mi sembra equo.- commenta
Richard.
La risposta di Jimmy Six è un grugnito.
3.
Mister
Fear è qui. Il suo costume mi rende impossibile identificarlo con certezza con
Alan Fagan ma quella accanto a lui è Shock. Padre e figlia si sono forse
alleati invece di cercare di uccidersi a vicenda? Nulla di buono per me,
comunque. Ci sono altri con loro e li riconosco: il Bue, Montana, Fancy Dan e
Martello Jackson, i Duri. Sono già fuori di prigione? Non ho sentito dire che
siano evasi quindi devo pensare che Fear abbia pagato la loro cauzione.
Sento
Dakota North irrigidirsi, il suo battito ed il ritmo del suo respiro aumentano:
ha riconosciuto Shock ma quello che prova è rabbia o paura?
Mister
Fear avanza verso di me.
-Signore e signori presenti…-
comincia a dire -… sicuramente mi avrete riconosciuto: sono Mister Fear e
vorrei tanto dirvi che non dovete avere paura ma… la verità è che l’avrete…
quanta lo deciderò. Una cosa, però, non dovete temere: che io voglia qualcosa
da voi. Non avete niente che possa interessarmi… a parte quattro di voi,
s’intende.-
Nella
sala nessuno osa muoversi. Fear ha neutralizzato le guardie col suo gas della
paura o con i feromoni usati da Shock… o magari con entrambi. La sola idea che
possa usarli paralizza l’uditorio.
Improvvisamente
Dakota si muove. Sento il fruscio del suo vestito mentre sferra un calcio in
direzione di Shock. La ragazza assorbe bene il colpo e ribatte:
-Dakota North… non ti è bastata
la prima lezione?- sento Dakota barcollare e cadere in ginocchio
raggiunta dal potere di Shock che aggiunge –Stavolta ti ridurrò ad una
massa urlante consumata da suoi più profondi terrori.-
-No!- urlo –Lasciala stare.-
Sento
che Mister Fear si volta verso di me e se potessi vedere oltre la sua maschera
scommetterei che sta sorridendo.
-Ah… l’intrepido avvocato
Murdock. Hai la vocazione dell’eroe forse?-
Mi
sta stuzzicando col fatto che sa che sono Devil? Non gli rispondo e lui si
rivolge a Shock:
-Diamo retta al mio avvocato,
Ariel, lasciala stare per ora.-
-Non chiamarmi Ariel quando sono
così: io sono Shock.-
-Come preferisci. Intanto
vediamo se i nostri uomini hanno trovato le nostre vittime sacrificali.-
I
Duri spingono al centro della sale tre persone che non fatico a riconoscere.
Comunque Mister Fear si occupa di citarli tutti:
-Il Procuratore Federale
Franklin Nelson, la sua bella vice Kathy Malper e il nuovo Procuratore
Distrettuale di Manhattan William Hao. Assieme all’avvocato Murdock e a Miss
North sarete miei ospiti in un viaggio di sola andata. -
-Che vuoi farci?- chiede Foggy.
-Lo vedrai Nelson, lo vedrai.
Pronti ad andare, voi.-
I
duri ci spingono fuori e prima di chiudere le porte Fear si ferma e grida:
-Buh!-
Le
urla che sento provenire dalla sala mi fanno capire che ha liberato il suo gas.
Siamo
spinti su un ascensore che ci porta verso il tetto. Sento su di me lo sguardo
bruciante di Foggy. Sa che vorrei fare qualcosa, ma cosa?
Finalmente
usciamo all’aperto e sento il rumore di rotori in funzione, il vento che
colpisce una sagoma molto grande e capisco cosa ci aspetta.
-Sorpreso Murdock?- mi sussurra
Mister Fear -È proprio un elicottero, ho fatto davvero le cose per bene
stavolta.-
-Che intenzioni hai?- gli
chiedo.
-Vedrai… certo non sono sicuro
che ti piacerà.-
Io
sono convinto del contrario: nulla di quel che ha in mente potrà piacermi.
L’aereo atterra in un
piccolo aeroporto privato fuori Los Angeles e ne scende Jimmy Six. Ad
accoglierlo una donna dalle chiare origini orientali. Bella ma altera, pensa
Jimmy.
-Sono Lotus Newmark.- si presenta.
Il capo di
quasi tutti i traffici illeciti della Contea di Los Angeles, riflette Jimmy
-Avevo sentito dire che era in prigione.- le dice.[4]
-Nulla a cui una sostanziosa cauzione non possa rimediare.-
replica lei –Bene… è pronto per il nostro piccolo raid, Mr. Fortunato?-
-Mr. Fortunato era mio padre. Lei mi chiami pure Jimmy Six
come tutti… io la chiamerò Lotus… quanto alla sua domanda… sono sempre pronto a
impadronirmi di svariati milioni… o miliardi… di dollari.-
-Ottimo atteggiamento.- commenta Lotus.
Ai
comandi dell’elicottero c’è Snake Marston, l’unico dei Duri a non essere stato
presente nel salone. Il velivolo si dirige verso la baia ed il mare aperto.
-Che intenzioni hai, Fear?-
chiedo –Se davvero sei Alan Fagan come penso, come tuo avvocato ti consiglio di
costituirti.-
-Sei davvero divertente,
Murdock, lo sei sempre stato. Mi dispiacerà privarmi della tua compagnia.-
-Che vuoi farci?- chiede Kathy.
-Ha mai sentito parlare dei
desaparecidos argentini avvocato Malper?- le risponde Fear –Li caricavano su un
aereo e poi li scaricavano in mare aperto, legati, perché morissero annegati e
le acque si incaricassero di farli sparire. Ora qui a New York non ci sono squali,
ma scommetto che non ce la farete a tornare indietro a nuoto con o senza le
mani legate.-
-Non puoi farlo.- esclama Foggy.
-Oh sì che posso… e comincio
subito.-
Sento
arrivare la spinta ma non posso evitarla. Piombo oltre il portello
dell’elicottero e cado nel vuoto.
4.
Con un urlo Dakota North si scaglia contro Mister Fear:
-Maledetto assassino.-
Shock le fa lo sgambetto mandandola contro il Bue.
-Ehi… attenta!- esclama
incongruamente questi.
Mister Fear ridacchia.
-Quanta veemenza miss North…
si potrebbe sospettare che Matt Murdock sia per lei più di un semplice datore
di lavoro.- la afferra per il mento –Magari è proprio così. Nel qual caso le
farò un favore e la manderò immediatamente a raggiungerlo.
-Che ne dici se invece sono
io che raggiungo te?-
Il volto di Mister Fear è raggiunto da un calcio vibrato
da due piedi uniti rivestiti da stivali rossi.
È Montana a riconoscere il nuovo venuto:
-Devil!-
Non è stato facile salvarmi. Solo pochi secondi
per dividere in due il mio bastone, far scattare il cavo, agganciarlo ai
pattini dell’elicottero, restare appeso in precario equilibrio mentre mi
sbarazzavo dei vestiti dicendo addio ad uno smoking molto costoso, infilarmi la
maschera e darmi una spinta sino al portello. L’importante è che sia arrivato
in tempo.
-Bene, bene.- borbotta Mister
Fear –Non ti chiedo come hai fatto ad arrivare sin qui, Devil, lo so che sei un
uomo dalle mille risorse.-
-Meno delle tue.- ribatto
–Davvero volevi uccidere cinque persone gettandole in mare aperto vive solo per
soddisfare una meschina sete di vendetta?-
-Non la trovavo tanto
meschina.- ribatte lui –Non dirmi che non sono nemmeno riuscito ad uccidere
Murdock.-
Ancora
mi stuzzica.
-In effetti l’ho salvato ed il
mio amico Uomo Ragno lo sta portando al sicuro mentre io mi occupo di voi.-
Una piccola bugia non fa mai male e Peter non mi smentirà
ne sono certo.
La
mano di Mister Fear si muove. Sento
una specie di scatto, un rumore che solo le mie orecchie ipersensibili possono
cogliere: ha attivato il suo gas della paura. Grosso errore in un ambiente così
ristretto: colpisce sia i suoi avversari che i suoi alleati. Non rifletti
abbastanza, Fear e questo è un mio vantaggio.
Se non fossi allenato a controllare i miei sensi, la cosa
che mi impedisce di impazzire ogni giorno, probabilmente sarei stato il primo a
cedere alla paura, ma sapendo cosa mi aspettava sono riuscito a controllarmi
abbastanza. Non si può dire lo stesso degli scagnozzi di Fear che cedono al
panico, compreso il pilota. L’elicottero sbanda pericolosamente. Foggy cade
verso il portello aperto. Più per istinto che per altro lancio il cavo del mio
bastone e lo aggancio alle caviglie tirandolo indietro.
-Dovresti seriamente metterti
a dieta.- gli dico.
Un altro al mio posto forse non avrebbe sentito arrivare
il Bue e si sarebbe ritrovato con la schiena spezzata. Il preavviso dei miei
supersensi basta appena a permettermi di spostarmi e il pugno del Bue colpisce
il fondo dell’elicottero aprendo un buco.
-Ti uccido!- grida.
Il suo respiro è pesante, il battito accelerato, tutti i
parametri vitali sono sballati: deve essere ancora sotto l’effetto del gas
della paura.
-Ti uccido.- ripete.
Non resisto alla tentazione della battuta:
-Va bene che non sei famoso
per i tuoi discorsi, ma non ti pare di essere troppo ripetitivo?-
-Mi prendi in giro? Nessuno mi
prende in giro. Io ti…-
-Uccido… sì, sì, lo so. Non ti
dispiace, vero, se non resto fermo a fartelo fare?-
Cerca di stritolarmi ma scivolo tra le sue braccia. Lui
prova ad avventarmisi contro ma viene bloccato dal lazo di Montana. Come
immaginavo in questo piccolo spazio i miei avversari si ostacolano a vicenda:
Montana voleva bloccare me ed invece ha preso il suo alleato. Non che lo
trattenga molto: il Bue si libera del lazo e mi si butta addosso. Gli sferro un
calcio. Normalmente avrebbe poco effetto, ma nell’attuale situazione basta a
fargli perdere l’equilibrio e a farlo precipitare fuori dall’elicottero, Non
volevo questo, ma non posso dispiacermene troppo, ho altro a cui pensare.
Il mio senso radar mi rimanda la silhouette di Mister
Fear che punta qualcosa alla tempia di Kathy Malper. Udito ed olfatto mi dicono
che si tratta di una pistola carica.
-Mi dispiace, Devil…- dice -…
non il tempo di giocare pulito: se non ti arrendi, dovrò far saltare la bella
testolina di Miss Malper.-
Ho poche scelte e devo farle in fretta.
Il blitz viene condotto in fretta e con spietata
efficienza. L’idea di Jimmy Six è che Lotus ci pensasse da tempo ma senza il
supporto di New York non osasse tentare il colpo. Ha radunato un bel po’ di
gente delle bande di Los Angeles, Jimmy riconosce cinesi e salvadoregni tra gli
altri. Non si chiede come Lotus ha saputo di questo posto: ognuno ha i suoi
metodi, pensa.
L’assalto dura solo pochi intensi minuti ed alla fine gli
uomini di Lotus sono padroni del campo e lei e Jimmy lo sono di un bel po’ di
soldi.
Un certo uomo in maschera di San Francisco masticherà
amaro stasera.
5.
Liz Allen Osborn riflette
una volta di più su come la sua vita sia stata segnata dalla violenza. Sembra
che i supercriminali siano una costante per lei. Suo marito Harry sarebbe
ancora vivo se non avesse voluto seguire le orme di suo padre e diventare
Goblin e ora Foggy è prigioniero di Mister Fear che è deciso ad ucciderlo.
Una giovane donna bionda le si affianca, è Candace la
sorella di Foggy.
-Se la caverà, vedrai.- le
dice con tono non troppo convinto –Il mio fratellone ha più risorse di quanto
si creda.-
-Lo so.- risponde Liz –Ma
non gli serviranno a molto contro Mister Fear, avrebbe bisogno d’aiuto. Ogni
volta che mi sono trovata nei guai l’Uomo Ragno è saltato fuori ad aiutarmi.
Dov’è stavolta?-
E dov’è Devil? Si chiede Candace. È sempre stato l’angelo
custode di suo fratello e di Matt. Possibile che non si faccia vivo anche ora?
Ho solo una possibilità e non devo sprecarla: se
fallisco Kathy è morta. Mi concentro escludendo ogni altra cosa a parte Mister
Fear. Il suo cuore ha fatto un balzo. Devo agire ora.
Dicono che la mano sia più veloce dell’occhio. Non so se
sia vero e comunque non posso dire che lo sia per me. Il mio bastone scatta e
colpisce la mano di Fear facendogli perdere la presa sulla sua arma. Con un
successivo rimbalzo lo colpisce alla testa. Mister Fear barcolla e cade oltre
il portello. Riesce miracolosamente ad aggrapparsi al bordo ma è risucchiato
indietro.
-Aiutami.- lo sento gridare
alla persona accanto a lui: Ariel Tremmore che ha ripreso il suo aspetto umano.
-Certo che ti aiuterò, paparino…-
replica -… ad andare giù più in fretta.- e con un calcio lo scaraventa
definitivamente fuori.
Sento l’urlo di Fear mentre precipita e lo sento anche
perdersi in lontananza. Ariel si volta e di nuovo il suo corpo subisce una
metamorfosi
-Non muovetevi.- intima
e poi si rivolge ai duri–Non è cambiato niente a parte che ora comando
io.-
La sento venire verso di me.
-In fondo dovrei ringraziarti,
Devil.- dice –Mi hai dato modo di
sbarazzarmi di mio padre e mi hai reso una donna molto ricca… ma sarei stupida
a non sbarazzarmi di te e tra le tante cose che sono, non sono una stupida.-
Mentre parlava stava già usando il suo potere di liberare
le paure inconsce dei suoi bersagli. Nel mio caso quella di fare del male a chi
amo. Negli occhi della mente sono ancora davanti al cadavere penzolante di
Heather Glenn. Si è uccisa perché io non avevo capito quanto gravi fossero i
suoi problemi. Tengo tra le braccia Karen Page mentre sento il suo cuore
fermarsi ed il suo respiro spegnersi e la mia disperazione cresce.
No… basta! Ci sono già passato e non cederò ancora. Non
intendo arrendermi, non voglio.
Mi alzo a fatica e mi dirigo verso Shock.
-Tu… non puoi…- esclama.
Posso e lo farò.
Prima che possa fare un’altra mossa, però, c’è rumore
sordo e sento Shock cadere a terra. I miei sensi si chiariscono e mi accorgo
che alle spalle di Shock c’è Dakota North.
-Era abbastanza stupida da non
guardarsi le spalle.- commenta.
Mi rivolgo a quel che rimane dei Duri:
-Potremmo combattere se
volete, ma senza chi vi paga i conti vi conviene davvero?-
-Noi due potremmo…-comincia
Fancy Dan ma quel che vede nel mio volto lo dissuade dal continuare.
L’elicottero ora punta verso terra.
Pare che abbiamo vinto.
Sembra che il premio a mio fratello sarà
consegnato un altro giorno, ma non m’importa quando corro ad abbracciarlo
assieme a Liz Osborn.
-Sapevo che ce l’avresti
fatta, fratellone.- gli dico mostrando una sicurezza che in realtà non avevo.
-Con un po’ d’aiuto.- risponde
lui –Davvero con un po’ d’aiuto.-
Ci racconta come i Duri se la siano filata una volta
fatto atterrare l’elicottero e di come anche Devil sia sparito dicendo che
doveva assicurarsi che Matt Murdock fosse tornato a casa. Shock è stata
nuovamente presa in custodia e si è lasciata portar via senza fare storie.
Quanto a Mister Fear…
-Credi che sia morto?- gli
chiede Liz.
-Quanto lo era tuo suocero.-
risponde Foggy –Quelli come lui tornano sempre. Solo le brave persone come
Karen Page e Glorianna O'Breen restano morte.-
Temo che abbia ragione ma vorrei sperare il contrario
una volta tanto.
Sono Candace Nelson e stasera non sono una
giornalista ma una sorella orgogliosa e felice.
EPILOGO
UNO
Mi sto
sistemando un po’ di escoriazioni quando sento bussare alla porta ed indosso velocemente
una vestaglia. So già chi è prima ancora di aprire: Dakota North mi getta le
braccia al collo.
-Matt… grazie al cielo stai
bene.- esclama –Devil lo aveva detto, ma io… dovevo vederlo di persona.
Dovevo…-
Non
termina la frase e mi bacia. Un bacio lungo e profondo a cui rispondo con
convinzione.
Con
un rapido gesto chiudo la porta e continuiamo a baciarci. Quel che accade dopo
non è difficile immaginarlo.
EPILOGO
DUE
Le ricerche del corpo di Mister Fear non hanno dato esito.
Le autorità pensano che la corrente possa averlo spinto in mare aperto ma tutti
noi sappiamo veramente come stanno le cose, anche se non osiamo ammetterlo.
Un misterioso “donatore anonimo” ha
fatto ritrovare il bottino sottratto alla Federal Reserve. Non tutto a dire il vero…
il “donatore” in questione si è tenuto il 50% a titolo di “compenso e rimborso
spese” per usare le parole del suo messaggio. È opinione comune che il suddetto
anonimo non sarà ricercato con molto impegno.
Il volo speciale che trasportava
Shock alla Volta, il carcere per superumani, non è mai giunto a destinazione,
lo hanno trovato in un campo non lontano da Las Vegas. Le prime indiscrezioni
dicono che i Guardiani della scorta sono morti di paura. Di Shock nessuna
traccia.
Ben Urich per il Daily Bugle.
EPILOGO
TRE
Il
luogo è Isla Suerte, una piccola isola caraibica, paradiso turistico e fiscale
senza trattati di estradizione con altri paesi.
Sdraiata al sole con indosso solo un minuscolo bikini e
occhiali scuri Ariel Tremmore si sta rilassando. Essersi impadronita dei codici
dei conti cifrati di suo padre le ha permesso di mettere le mani su una somma a
nove zeri, il 40% del valore del bottino della Federal Reserve versato a suo
padre dal Signore del Crimine quando l’ha ricettato.
Chi ha detto che il crimine non paga?
FINE
E con questo finisce la nostra
piccola saga. Non esattamente un lieto fine ma nella vita non sempre ci sono
finali completamente felici e la finzione è lo specchio della vita non è vero?
Ed ora alcuni piccoli chiarimenti:
1)
Timothy Byrnes altri non è che le
marito di Gayle, la sorella maggiore di Mary Jane Watson che, lo dico per i due
o te che sono vissuti su Marte negli ultimi cinquant’anni, è la moglie di Peter
Parker alias l’Uomo Ragno.
2)
Lotus Newmark, la signora del crimine
di Los Angeles, è stata creata da Steve Gerber & Al Milgrom & Don Heck
sulle pagine del serial di Occhio di Falco su Avengers Spotlight #30 inedito in
Italia.
3)
Per chi non lo sapesse, Karen Page,
Heather Glenn e Glorianna O'Breen sono tutte ex fidanzate di Matt Murdock morte
in tragiche circostanze
E con questo è tutto. Nel prossimo episodio: il ritorno di
Jester e quello della Vedova Nera ma anche molto, molto altro.
Carlo